Ciao! Sono Silvia e quest'estate ho partecipato ad un camp in Romania.
Sì, lo so... La romania non è considerata uno dei paesi più ricchi e prestigiosi da noi italiani, per questo ero un po' preoccupata di non trovarmi bene là.
Questo è stato il mio primo camp con il Rotary e devo ammettere che avevo paura di partire una settimana così contana da casa, ma è proprio con questa settimana che sono riuscita acrescere e cambiare mentalità. Sicuramente bisogna essere aperti, non vergognarsi e sfruttare al meglio ogni occasione che ci si presenta.
Ma lasciate che vi racconti com'è stata questa settimana dal mio punto di vista...
Il giorno in cui dovevo partire ero molto (forse troppo) agitata proprio per paura di non trovarmi bene, non riuscire a farmi capire, non fare amicizie, ma anche solo per paura di non riuscire a prendere l'aereo da sola. L'ansia aumentava ogni ora che mi avvicinavo alla Romania, ma per fortuna quando ero arrivata ero già più tranquilla in quanto essendo arrivata all'una di notte, non pensavo ad altro che a dormire. Già dalla prima sera, la presidentessa del Rotary (che mi ha ospitato per una sera a casa sua) è stata molto accogliente e mi ha trattato come se fossi sua figlia: avevo una camera tutta per me, un bagno privato e tutte le comodità che avrei potuto avere anche a casa mia in Italia.
Dopo una colazione abbondante sono partita per il camp e in due ore e mezza sono arrivata in questo posto meraviglioso immerso nelle montagne della Transilvania dove c'erano già tutti gli altri ragazzi e i volontari del camp.
Questo camp in particolare era incentrato sul volontariato e ci hanno inegnato a fare più attenzione a quello che facciamo in casa, per strada, nei luoghi pubblici, in montagna, insomma, ci hanno insegnato ad avere un occhio di riguardo per la natura che infondo è meravigliosa nella sua stranezza e unicità. L'organizzazione era ottima e questo ci ha permesso di andare anche dormire in tenda su un complesso di montagne curate da questa associazzione di volontariato (Tasuleasa Social) la quale ha ricostruito un sentiero che si pensa percorresse l'imperatrice Maria Teresa d'Austria in carrozza. Andando a dormire all'aperto, ci si è conosciuti tutti molto meglio: si parlava delle proprie paure, le proprie insicurezze, o comunque qualsiasi argomento da cui poi nascevano delle conversazioni lunghissime e più articolate di quanto pensassi fossi in grado di sostenere.
Durante la settimana abbiamo fatto altre passeggiate e giochi che dei ragazzi potrebbero definire infantili, banali, ma che invece, soltanto per il fatto di essere spiegati in inglese o fatti con ragazzi con cui non devi fingere di essere diverso da te stesso o ancora, magari solo per il semplice fatto che erano talmente semplici che ci si rideva sopra, diventano sempre molto divertenti e riuscivi sempre ad essere incluso in ogni gioco, ogni giorno.
A fine settimana è dispiaciuto moltissimo a tutti andarsene e sapere che forse non ci si sarebbe più visti tutti insieme, ma comunque con una grande felicità di essersi incontrati.
E' un'esperienza che consiglio sinceramente a tutti i ragazzi (timidi e non) perchè è un modo di arricchirsi dal punto di vista umano e ti permette di capire che i ragazzi degli altri paesi non sono diversi da noi: sono identici, ma parlano solo una lingua diversa, e in fondo cos'è una lingua per poter seprare un gruppo di persone che vogliono essere amiche? Cos'è questa paura di parlare inglese? Questa paura per lo straniero e il "diverso"?
So solo che dopo questa settimana io sono cambiata e sicuramente non ho più paura di buttarmi in nuove esperienze e anche nella vita di tutti i giorni sono più attenta all'impatto che posso avere io come persona, perchè in fondo l'azione di un singolo umano non cambia il mondo, ma nel suo piccolo, questa persona sta facendo un grandissimo passo per un futuro sano e pulito.
Spero che vogliate provare anche voi mettervi alla prova in questi camp e sappiate che gli altri ragazzi stranieri hanno paura quanto voi!
Buona fortuna, Silvia
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